La storia degli smartphone: un viaggio nel tempo
In un mondo sempre più digitalizzato, gli smartphone hanno conquistato un ruolo centrale nel nostro quotidiano. È naturale domandarsi quale sia l’effettiva storia degli smartphone, chi ha inventato lo smartphone e quando, e quale sia stato il processo che ha portato a questa realtà: in effetti, è ormai difficile immaginare un mondo senza smartphone. Se sei molto giovane, probabilmente non hai mai conosciuto un mondo senza smartphone.
Eppure non è da molti anni che avere uno smartphone in tasca è diventata la normalità, nonostante l’invenzione degli smartphone risalga a ben trent’anni fa. Da semplici strumenti di comunicazione con un tocco di versatilità in più rispetto ai tradizionali telefoni cellulari, gli smartphone si sono evoluti in veri e propri computer tascabili, super-potenti e iper-connessi.
Ma come è avvenuta questa rivoluzione tecnologica? Visto il recente successo di articoli e guide all’acquisto riguardanti gli smartphone sul nostro sito, ho deciso di accompagnarti in un viaggio nel tempo alla scoperta della storia affascinante e tumultuosa degli smartphone.
Gli albori della comunicazione mobile
Prima di addentrarci nella storia di come gli smartphone hanno trasformato il nostro modo di vivere, è importante dare uno sguardo alle origini della comunicazione mobile. Tutto ebbe inizio tra la fine degli anni Quaranta e i due decenni successivi, quando diversi ricercatori in tutto il mondo hanno introdotto il concetto di telefonia wireless. Motorola e Bell System crearono il primo servizio di telefonia mobile nel 1947, negli Stati Uniti, con il nome di MTS.
A esso ne seguirono diversi in tutto il mondo, e si trattava di telefoni senza fili che consentivano la comunicazione senza fili su onde radio. Questa prima era di telefoni pre-cellulari viene talvolta chiamata “generazione zero”(0G), e perdurò fino agli anni Ottanta. Non si trattava ancora di telefoni cellulari come li conosciamo oggi, che sfruttano cioè una rete di telecomunicazione a celle commerciale: ci vollero infatti circa tre decenni prima che tale tecnologia potesse concretizzarsi.
Il primo telefono cellulare (1973)
Fu dunque negli anni Settanta che Martin Cooper, ingegnere di Motorola, progettò il primo telefono cellulare portatile al mondo, effettuando nel 1973 la prima chiamata con un prototipo del primissimo Motorola DynaTAC. Era un dispositivo di grandi dimensioni, pesante e con un’autonomia di batteria molto limitata, ma rappresentava un enorme passo avanti nell’innovazione tecnologica di cui Motorola fu per molti anni protagonista.
L’azienda iniziò la commercializzazione di telefoni cellulari della famiglia DynaTAC solo dieci anni dopo, nel 1983, producendo svariati modelli di dispositivi portatili di cui il primo fu lo storico Motorola DynaTAC 8000X. Nel corso degli anni Ottanta, Novanta e durante i primi Duemila, i telefoni cellulari divennero sempre più piccoli e pratici, con l’aggiunta di funzionalità come la messaggistica SMS e MMS, la riproduzione di file multimediali, e il collegamento al Web tramite protocollo WAP.
Nascita e diffusione delle reti cellulari (1979)
Nel frattempo, assieme ai telefoni senza fili si evolveva anche la tecnologia di trasmissione di chiamate e dati su reti mobili, portando la Nippon Telegraph and Telephone (NTT) a creare la prima rete cellulare commerciale nel 1979. La rete cellulare analogica realizzata da NTT arrivava a coprire l’intera area metropolitana di Tokyo, e rappresentò la prima generazione di reti cellulari (1G).
La vera e propria rivoluzione della telefonia mobile arrivò invece con il passaggio a una rete digitale, il GSM (2G) nel 1991. Nei primi anni Novanta la rete GSM si diffuse rapidamente in numerosi Paesi, Italia inclusa. Ciò comportò un interesse sempre crescente nella telefonia mobile e nelle potenzialità offerte da queste tecnologia, oramai sempre più alla portata di tutti.
Nei seguenti 15 anni abbiamo quindi assistito all’avvento di telefoni cellulari sempre più piccoli e avanzati e di reti sempre più veloci (GPRS e UMTS/EDGE). Tuttavia, nonostante questi progressi, i telefonini erano ancora dispositivi utilizzati principalmente per le chiamate vocali.
L’evoluzione verso gli smartphone
Naturalmente la transizione dai telefoni cellulari agli smartphone non è avvenuta in un solo giorno. È stata invece una serie di progressi incrementali che, nel corso del tempo, hanno trasformato completamente ciò che un telefono può fare. Se per i primi anni era piuttosto comune la vendita sia di smartphone che di telefoni cellulari tradizionali, ben presto l’evoluzione tecnologica ha reso questi ultimi pressoché obsoleti, riducendone drasticamente la popolarità fino a farli scomparire quasi del tutto.
IBM Simon: l’inizio di un’era (1994)
Il punto di svolta avvenne nel 1994 con l’arrivo dell’IBM Simon. Questo dispositivo, che costava all’incirca quanto un piccolo computer, era molto più di un telefono. Oltre a fare chiamate, Simon poteva inviare e ricevere e-mail, aveva un calendario e un blocco note, ed era dotato di un touch screen, una caratteristica rivoluzionaria per l’epoca. Anche se non era perfetto e aveva molti difetti, Simon ha gettato le basi per quello che sarebbe diventato lo smartphone moderno.
Tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, numerose aziende in tutto il mondo creavano dispositivi mobili sempre più versatili, che spesso venivano chiamati PDA o computer palmari, e rappresentavano a tutti gli effetti i primi smartphone. Tra queste aziende possiamo citare Nokia, Ericson, Kyocera e Handspring, che nel 2002 presentò il primo smartphone con connessione a Internet, grazie al sistema operativo Palm OS.
Il Treo 180 di Handspring rappresenta dunque una pietra miliare per la storia degli smartphone per la sua capacità di connettersi al World Wide Web, caratteristica alla base del concetto moderno di dispositivi ed elettrodomestici smart. Di particolare interesse per l’evoluzione degli smartphone, poi, è anche la variante Treo 180g, che al posto della tastiera prevede un sistema di scrittura a mano con pennino.
BlackBerry e l’era della connessione costante (2003)
Nel 2003, la Research In Motion (RIM) introdusse quello che per molti è uno dei dispositivi mobili più importanti per la storia degli smartphone: il BlackBerry Quark 6210. Questo dispositivo, con la sua tastiera QWERTY e le sue funzionalità email avanzate, ampliò il concetto di smartphone trasformandolo in uno strumento di lavoro indispensabile. Ciò fu reso possibile anche dalla diffusione pressoché globale delle reti cellulari, oltre che dal fatto che i telefoni cellulari rappresentavano ormai un gadget alla portata di tutti.
La famiglia di cellulari BlackBerry Quark divenne molto popolare tra gli uomini d’affari, in quanto permetteva di rimanere connessi e produttivi anche in movimento come mai prima di allora. L’idea dello smartphone come lo conosciamo oggi diveniva sempre più reale, nonostante all’epoca rappresentasse ancora un lusso per pochi o una soluzione per persone d’affari.
L’arrivo dell’iPhone e la rivoluzione del touch screen (2007)
Con l’arrivo dell’iPhone di Apple, il 2007 diventa un anno cruciale per la storia degli smartphone. Rispetto ai dispositivi precedenti, l’iPhone aveva un design elegante, un’interfaccia touchscreen intuitiva e un’ampia gamma di applicazioni disponibili tramite l’App Store. L’iPhone ha cambiato per sempre il modo in cui percepiamo e interagiamo con la tecnologia, rendendo gli smartphone un elemento centrale della nostra vita quotidiana.
Ancora oggi, molti considerano l’iPhone come il primo vero smartphone, attribuendo l’invenzione degli smartphone ad Apple e Steve Jobs. È questo il motivo per cui il primissimo iPhone è divenuto un telefono cellulare tanto ambito dai collezionisti, ed è anche grazie all’iPhone che Apple ha continuato a espandersi come azienda. Come avrai capito da quanto ti ho spiegato finora, tuttavia, gli smartphone esistevano già da un po’, perciò è un’idea un po’ sbagliata. L’iPhone non è stato il primo telefono cellulare a offrire funzioni avanzate e applicazioni installabili, né ad avere uno schermo touch, né a potersi collegare a Internet.
È stato invece il primo smartphone a offrire tutto questo insieme, dando vita a un prodotto estremamente completo e versatile, ma soprattutto innovativo. L’iPhone era un telefono cellulare utilizzabile quasi interamente con input e gesture attravero il touch screen, in maniera molto intuitiva attraverso un display sensibile al tocco molto intrigante per l’epoca. È sul design del primo iPhone che i successivi smartphone convergeranno, rappresentando dunque la base per gli smartphone moderni.
L’ascesa di Android e la democratizzazione degli smartphone (2008)
L’anno successivo Google mostrò al mondo le potenzialità di Android, un sistema operativo open source rilevato dalla società che avrebbe da lì a poco sdoganato il concetto di smartphone. Il primo dispositivo a essere commercializzato con il sistema operativo Android 1.0 fu il T-Mobile G1, anche noto come HTC Dream.
L’accessibilità di Android permise a numerosi produttori di entrare nel mercato, offrendo una maggiore varietà di dispositivi e contribuendo a democratizzare l’accesso alla tecnologia. Se Apple aveva quindi introdotto l’idea dei moderni smartphone nelle menti dei consumatori, Google e le aziende che adottarono Android sui propri smartphone la perfezionarono e la portarono nelle tasche di tutti. Gli utenti avevano ora un’ampia gamma di opzioni tra cui scegliere, a seconda delle loro esigenze e del loro budget.
Per diversi anni, molte altre aziende continuarono a proporre la propria idea di smartphone con sistemi operativi proprietari, tra cui Microsoft, Samsung e BlackBerry. Ma come sappiamo oggi, dopo un breve periodo di successo, dovettero inevitabilmente cedere il passo a iOS e Android, sistemi che vantavano fette di mercato già molto abbondanti, e che da lì a poco avrebbero conquistato l’intero mercato. La natura aperta di Android, inoltre, ha permesso ad altre aziende di gettarsi nella mischia e tentare il successo nel mercato degli smartphone. È questo il caso di colossi cinesi oggi riconosciuti a livello globale grazie a smartphone marchiati Huawei, Xiaomi, Vivo, OnePlus, realme e Oppo.
L’era degli smartphone 4G e 5G
Con il passare degli anni, gli smartphone sono diventati sempre più potenti e versatili. La connettività 4G, introdotta all’inizio degli anni 2010, ha aperto la strada a un’era di streaming video ad alta definizione e download di file di grandi dimensioni. Il passaggio al 4G ha segnato l’inizio di una nuova era di connettività mobile ad alta velocità, in cui l’accesso a Internet è diventato una parte integrante della vita di tutti i giorni grazie anche all’abbattimento dei costi dei servizi di rete mobile.
A questo punto l’avvento del 5G era solo una questione di tempo, dato l’interesse globale nella telefonia mobile. Questa nuova generazione di reti mobili ha portato velocità di comunicazione ancora maggiori e latenze incredibilmente basse, superando di gran lunga le prestazioni delle linee fisse ADSL.
L’implementazione della tecnologia 5G sta portando la connettività mobile a un livello completamente nuovo. Con velocità di download e upload incredibilmente veloci, il 5G promette di rivoluzionare il modo in cui utilizziamo Internet, rendendo possibili nuove applicazioni come l’Internet delle Cose (IoT), la realtà virtuale e la realtà aumentata. Nonostante ciò, è importante sottolineare come il nostro Paese sia piuttosto in ritardo sulla diffusione da rete 5G sul territorio, offrendo copertura e velocità tra le più basse in Europa.
Il ritorno dei cellulari pieghevoli con il Galaxy Fold
Nel 2019, Samsung ha spinto l’innovazione con il lancio del Galaxy Fold, il primo smartphone moderno pieghevole. Nonostante il costo esorbitante e alcuni problemi iniziali, il Galaxy Fold ha rappresentato un importante passo avanti nel design degli smartphone, offrendo agli utenti una nuova e affascinante modalità di interazione con i propri dispositivi.
La possibilità di usufruire di contenuti sempre più vari sul proprio smartphone, sia per l’intrattenimento che per il lavoro, ha portato questi dispositivi a diventare sempre più grandi. Eppure, prima dell’iPhone, ricordo un periodo in cui le aziende facevano a gara a chi creava gli smartphone più piccoli. Avendo dunque raggiunto un limite in fatto di praticità con i display moderni, i quali sfiorano spesso i 7″, è facile capire come gli smartphone pieghevoli possano ritagliarsi una propria fetta di mercato.
Il crescente interesse da parte dei consumatori nei nuovi smartphone pieghevoli ha spinto altre aziende a lanciare sul mercato dispositivi analoghi, tra cui Motorola, Oppo e Vivo. Occorre però dare ancora una volta merito a Samsung per il suo spirito di innovazione, poiché fu con il Galaxy Flip che si assistette al primo smartphone pieghevole con display protetto da vetro, laddove i suoi predecessori avevano una meno duratura (e meno prestigiosa) copertura in plastica.
Cellulari tradizionali e smartphone: pro e contro
Gli smartphone rappresentano una realtà a cui siamo tutti abituati, eppure telefoni cellulari molto simili a quelli diffusi 15 anni fa continuano a essere prodotti e venduti. Dato il prezzo accessibile degli smartphone più economici, com’è possibile che vengano ancora prodotti i cellulari poveri di funzioni smart? In effetti, gli smartphone sono dispositivi che per alcune persone presentano svantaggi difficili da digerire:
- La natura iper-connessa degli smartphone moderni li rende anche una distrazione in ambito lavorativo o di studio;
- In media, l’autonomia degli smartphone è sicuramente inferiore a quella dei telefoni cellulari più semplici;
- Gli smartphone più venduti sono spesso pesanti e ingombranti, mentre i modelli compatti prodotti ogni anno sono sempre di meno;
- I moderni smartphone sono anche relativamente meno robusti rispetto ai vecchi cellulari;
- Per molte persone anziane è difficile utilizzare interagire con il telefono tramite touch screen.
Da ciò è facile dedurre diversi scenari nei quali l’uso di un telefono cellulare più semplice da usare, o più comodo da avere in tasca, sia un’opzione preferibile al più grande e complesso smartphone, o comunque un’opzione da affiancargli in base alla necessità:
- Nonostante le aziende cerchino di sviluppare smartphone pensati per la terza età, la verità è che molti anziani continuano a preferire strumenti più semplici, robusti e affidabili, come quelli che usavano uno o due decenni fa;
- Tra uomini e donne d’affari c’è chi preferisce avere un secondo telefono per il lavoro, e sono in tanti coloro che scelgono di optare per un cellulare privo di collegamento a Internet, cosicché possano essere contattati solo in via telefonica, ridurre le distrazioni, e godere di un dispositivo più robusto e con una migliore autonomia.
Curiosità e domande frequenti
Come nostra abitudine, prima di concludere il nostro viaggio sull’invenzione degli smartphone e la loro diffusione, ti propongo alcune curiosità sulla storia degli smartphone.
Quale è stato il primo smartphone dotato di fotocamera?
Il primo telefono cellulare dotato di fotocamera disponibile per il pubblico è stato il Kyocera Visual Phone VP-210, che disponeva di un obiettivo frontale. È uscito in Giappone nel 1999, nonostante negli anni precedenti furono sviluppati diversi prototipi che integravano un obiettivo fotografico.
L’anno successivo, Samsung produsse il modello SCH-V200, primo cellulare con camera digitale posteriore, che consentiva di scattare fino a 20 foto; si trattava tuttavia di strumenti elettronicamente separati, dato che per estrarre le foto occorreva connettersi a un PC. Sempre nel 2000 fu invece Sharp, con il suo J-SH04, a realizzare il primo cellulare con fotocamera capace di inviare foto digitali. Parlando invece strettamente di smartphone, il primo è stato probabilmente il Nokia 7650 nel 2002.
Perché si chiamano “smartphone”?
Il termine “smartphone” deriva dal fatto che questi dispositivi offrono funzionalità “intelligenti” o avanzate rispetto ai telefoni cellulari tradizionali. Il termine è stato poi adottato anche per altri dispositivi ed elettrodomestici moderni, normalmente perché sono in grado di interfacciarsi con Internet. È il caso degli smartwatch, delle smart TV, di soundbar e altoparlanti moderni, e di elettrodomestici all’avanguardia come i robot aspirapolvere o le migliori asciugatrici.
Quando è nato l’App Store di Apple?
L’App Store di Apple come lo conosciamo oggi non era inizialmente parte dell’arsenale di funzioni del primo iPhone. È stato infatti introdotto nel 2008, un anno dopo il lancio del primo iPhone: inizialmente offriva solo poche centinaia di applicazioni, ma oggi conta milioni di app per ogni esigenza.
Qual è l’origine del nome “Android”?
Android deriva dal greco “androide”, che significa “simile a un uomo“. Il nome riflette l’obiettivo degli ideatori di Android di creare un sistema operativo intuitivo e user-friendly, consapevole dell’utente.
Concludendo…
La storia degli smartphone è un viaggio affascinante attraverso l’innovazione tecnologica. Da semplici telefoni a computer tascabili, questi dispositivi hanno cambiato per sempre il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con il mondo.
Oggi gli smartphone sono diventati dei veri e propri computer tascabili, dotati di funzionalità che un tempo erano impensabili. Fotocamere ad alta risoluzione, realtà aumentata, videogiochi intelligenza artificiale: queste sono solo alcune delle caratteristiche che ormai diamo per scontate.
E questo è solo l’inizio. Con l’evoluzione della tecnologia 5G e l’introduzione di smartphone sempre più unici, il futuro di questi dispositivi promette di essere ancora più emozionante.