Il miglior gin da degustare: ecco i nostri consigli per trovarlo
Il gin è una bevanda alcolica prodotta tramite distillazione, questa si distingue dalle altre per il suo distinto aroma dato dalle bacche di ginepro, da cui mutua anche il nome. La sua popolarità è tale da essere utilizzata come base per una gran quantità di cocktail e, se sei qui, probabilmente è proprio perché non vedi l’ora di acquistarne un’ottima bottiglia. Sei nel posto giusto, ti darò tutte le informazioni di cui hai bisogno per scegliere il miglior gin!
I migliori gin sul mercato: i nostri prodotti preferiti
A seguire troverai una selezione dei migliori gin da acquistare, sia che ti piaccia il sapore classico o quello più aromatico, sia che tu voglia provare un gin della tradizione londinese o magari assaggiare un gin made in Italy.
Il London Dry Gin per eccellenza
Lo Sipsmith è uno tra i London dry gin più apprezzati al mondo, Italia inclusa. Alla base del suo successo troviamo una ricetta rispettosa delle tradizioni, con un gusto classico ed equilibrato, intenso e armonico. Ha un colore trasparente e brillante, con un profumo molto intenso di ginepro. La gradazione alcolica è del 41,6%, ed è venduto in bottiglie da 700 ml.
Il gin in questione conta centinaia di recensioni positive online, ed è senza dubbio uno dei preferiti dagli italiani, ottimo sia da solo che combinato in un cocktail. Viene distillato artigianalmente in botti di rame, con una miscela di botaniche provenienti da tutto il mondo. Nonostante la sua fama, vale la pena evidenziare come si tratti di un prodotto realizzato solo a partire dal 2009.
Il miglior gin per chi ama gli aromi più inusuali
Il Malfy Gin Rosa è un distillato 100% italiano, sia per il luogo di produzione che per l’origine degli ingredienti, venduto in bottiglie da 700 ml con tappo in legno di rovere italiano. È caratterizzato da botaniche decisamente insolite, che conferiscono a questo gin un colore rosato e un carattere unico, ispirandosi a profumi e sapori delle coste nostrane. È molto dolce sia nel profumo che nel sapore, e grazie anche alla gradazione alcolica tra le più basse, pari al 41%, risulta appetibile a un pubblico molto ampio.
Ingrediente protagonista di questo distillato, oltre al ginepro, è indubbiamente la scorza di pompelmo siciliano, che contribuisce enormemente all’aspetto oltre che al profilo organolettico. Tra le altre botaniche degne di nota troviamo il rabarbaro, il limone, l’anice e il coriandolo. È un gin dal profumo singolare caratterizzato soprattutto dal pompelmo; ha un gusto dolce e prevedibilmente agrumato, con un finale ricco e lungo.
Il miglior gin giapponese, per un regalo speciale
Se vuoi fare un regalo speciale, anziché regalare qualcosa di già provato o che magari arriva senza scatola, ti propongo questo apprezzatissimo gin giapponese, distillato in Hokkaido e con una percentuale alcolica del 43%, noto con il nome di Etsu. È interessante l’inclusione di una confezione esteticamente molto bella, che rende l’articolo adatto anche per un regalo.
Come molti gin della tradizione orientale, anche l’Etsu ha un profilo olfattivo floreale, con note di agrumi date principalmente dall’uso dello yuzu, un agrume molto diffuso in Giappone. Ha un gusto equilibrato che fa sentire il tè verde, il pepe, vari frutti di bosco e naturalmente lo yuzu, protagonista assieme al pepe giapponese anche del finale persistente.
Il miglior gin scozzese, per un gusto graffiante
Il dry gin The Botanist 22 è un distillato con gradazione alcolica del 46%, qui proposto in un conveniente formato da 1 L. Viene prodotto in Scozia e per la precisione sull’isola di Islay, luogo noto per la sua produzione di Whisky torbato. La sua origine è importante per capire meglio questo graffiante gin, caratterizzato da un sentore di 22 tra fiori, erbe, radici e bacche del posto.
Per molti è un distillato buono e profumato come pochi, ma come spesso accade non piace a tutti. Ha un gusto tagliente e pungente, con una struttura ampia. Il pepe si fa sentire fin da subito, seguito dal ginepro e poi da un turbinio di erbe selvatiche, con un finale particolarmente lungo e condito da cocco e menta.
Il miglior gin italiano, per un assaggio di montagna
Prodotto in Alto Adige da una storica distilleria locale, il Z44 Gin Roner viene commercializzato in una bottiglia da 700 ml che di certo non passa inosservata, e ha una gradazione alcolica del 44%. Come confermano anche gli acquirenti, questo gin vanta un gusto davvero unico in questa categoria di distillati, grazie al sapiente mix di erbe e fiori di montagna, agrumi mediterranei e acqua da sorgenti alpine, ingredienti che donano al gin un gusto e un profumo molto caratteristici.
Si tratta di un distilled dry gin dal forte gusto balsamico, molto erbaceo e agrumato. Si sentono le note erbose e floreali della flora alpina, tra cui le pigne fresche di cirmolo, l’achillea millefoglie e la radice di violetta. In pochi anni ha accumulato molti premi e un buon consenso da parte dei consumatori, diffondendosi in tutto il mondo.
Guida sulla scelta del miglior gin: i nostri consigli
Ho creato questa guida per aiutarti a selezionare il miglior gin sul mercato, tuttavia devi sempre ricordare che quando si parla di una bevanda alcolica “migliore” delle altre, entrano in gioco dei fattori soggettivi che spesso è difficile prevedere. Ogni prodotto di distillazione, fermentazione e altre tecniche che danno vita agli alcolici, ha un suo bouquet, una propria struttura e caratteristiche uniche, anche all’interno della stessa tipologia. Quando ti parlo di miglior gin, quindi, tieni a mente le tue preferenze personali in fatto di gusto e aroma: così sarai in grado, seguendo semplici linee guida, di orientarti al meglio.
Quanti tipi di gin esistono?
Stando alla ricetta originale, quella più antica rinvenuta, il miglior gin sarebbe composto sostanzialmente da cereali, bacche di ginepro e alcol etilico (per un volume alcolico minimo pari a 37,5%). Con il tempo i produttori, per differenziare i propri distillati, hanno aggiunto botaniche di altra natura per dare al prodotto sapori eccentrici in grado di distinguersi dalla concorrenza.
Degna di nota è anche la suddivisione tra gin olandesi e gin inglesi. I primi sono a base di malto e, in base all’invecchiamento, assumono un sapore simile alla vodka (per quelli più giovani) oppure al whisky (per quelli più vecchi). I gin inglesi invece hanno un sapore più classico e su tutti spicca il London gin, spesso chiamato anche dry gin (non deve essere prodotto necessariamente sul territorio inglese, il nome descrive semplicemente la distillazione, che non può presentare aggiunte in seguito al processo ma tutte le botaniche devono essere aggiunte prima).
Avrai sicuramente già sentito parlare di London Dry e Plymouth (realizzato con la tecnica London Dry nell’omonima città inglese), ma nella lista che ti presento troverai dettagli più specifici sulle tipologie che potresti non aver mai sentito nominare.
Gin Classici
Questi gin sono realizzati principalmente con le bacche di ginepro (e si sente!). Spesso si fa confusione e li si associa al termine London Dry che, come ho già sottolineato precedentemente, è semplicemente una tecnica di produzione (considera che alcuni London Dry possono anche non avere alcuna nota percepibile di ginepro!).
Gin Contemporary
È un nuovo modo di percepire il gin. Si tratta di distillati che hanno note predominanti provenienti da altri ingredienti e botaniche. Naturalmente il ginepro è sempre presente ma in misura minore. È possibile trovarne di speziati, floreali e persino agrumati. Il gin adatto se ami i distillati ma non riesci ad apprezzare a pieno le note delle bacche di ginepro.
Gin Old Tom
Questo termine per indicare il gin crea molta confusione poiché fa riferimento a una moltitudine di tecniche e sapori. I gin Old Tom sono realizzati con alcool neutro ma, dato che è uno stile precedente all’invenzione della colonna di distillazione, i prodotti di epoca vittoriana avevano sempre un sapore residuo, che doveva quindi essere coperto con tecniche specifiche, dandogli quindi una disparata serie di gusti differenti. Oggigiorno è un gin più dolce poiché si aggiunge dello zucchero o botaniche come la liquirizia.
Gin Compound
Viene chiamato anche “bathtub gin” e a differenza di quello che si possa pensare, non viene prodotto in vasche da bagno! Ha un colore dorato perché non si ottiene tramite distillazione ma dalla macerazione delle botaniche in alcool neutro (poi filtrato).
Gin Navy Strength
Sono gin molto forti e con un volume alcolico pari ad almeno il 57%. Questa tipologia gin viene chiamato così perché fa fede all’antica leggenda secondo la quale i marinai inglesi misurassero la potenza di un alcol dandogli fuoco. In questo modo, anche se si rovesciava sulla polvere da sparo nella santabarbara, questa poteva essere ancora utilizzata. I navy strenght sono considerati ottimi per la realizzazione di cocktail.
Gin invecchiati
Potremmo considerarla una nuova categoria poiché ha iniziato a divenire popolare a partire dal primo decennio del nuovo millennio. Si tratta di gin che invecchiano in botti di legno precedentemente utilizzate per l’affinamento del vino o del bourbon, in modo da ottenere aromi forti e strutturati.
Gin Sloe
La caratteristica di questo gin è la presenza di prugnole nella ricetta, che gli conferisce un sapore acidulo, mitigato poi dall’aggiunta di zucchero. È un liquore fruttato più che un vero e proprio gin, che rientra in questa categoria solo ed esclusivamente poiché nella ricetta sono presenti anche le bacche di ginepro.
Come trovo il miglior gin per me?
Ci sono davvero pochi “trucchi” in merito, come molti maestri distillatori sottolineano spesso: l’unico modo di scegliere un buon gin è tramite la degustazione. Per poter selezionare il miglior gin per il tuo palato quindi dovrai assaggiare il distillato. Come sottolineavo anche precedentemente, è tutta una questione di sapore e se questo non incontra il gusto del consumatore, allora la bevanda non può essere definita un buon gin.
Naturalmente con questo non voglio dire che devi assaggiare ogni gin presente sulla faccia del pianeta per poterne scegliere uno. Esistono dei brand che in linea di massima sono superiori alla concorrenza, ed è facile ridurre la scelta finale a una manciata di prodotti. Puoi selezionarne tranquillamente uno dalla lista che ti ho fornito più su, si tratta di ottimi gin adatti a tutte le esigenze.
In linea di massima, ricorda che un gin non deve essere mai troppo dolce, inoltre l’aggiunta delle botaniche deve essere bilanciata e mai caotica o casuale, per conferire alla bevanda il giusto equilibrio ed eleganza.
Tra la suddivisione in base alle botaniche, ti ricordo che puoi trovare gin:
- classici (bacche di ginepro)
- agrumati (arance, limoni, lime e così via)
- alle erbe (menta, rosmarino, timo)
- floreali (rose, violette, gerani)
- fruttati (generalmente frutti rossi, mele, fragole o uva)
Qualora tu non abbia mai assaggiato il gin, ti consiglio di iniziare da un prodotto classico. In questo modo ti farai una chiara idea della bevanda e, se non dovessi apprezzare tutte le note caratteristiche, puoi sempre spostarti su qualcosa di più alternativo con una struttura che coincida maggiormente con i tuoi gusti.
Un po’ di storia del gin
Tutti conoscono il gin e ne hanno sentito parlare almeno una volta, magari in associazione con qualche altro ingrediente per la realizzazione di un gustoso cocktail. Per esperienza, però, ti posso dire che non ci si sofferma troppo a pensare all’origine delle bevande, che spesso nascondono delle storie misteriose e affascinanti. Prima di vedere in dettaglio caratteristiche legate alla scelta del prodotto voglio quindi farti un piccolo excursus sulla storia del gin: sono sicuro che la troverai interessante.
L’origine del gin
Come spesso accade per i distillati, l’origine del gin non è matematicamente certa e vi sono due storie diverse in merito. Secondo la prima, il gin fu creato in seguito alle ricerche in campo medico di Franciscus de le Boe Sylvius, un dottore dell’Università di Leida (nell’Olanda meridionale). Teoria molto popolare ma che negli ultimi tempi ha perso credibilità, poiché il medico era attivo nel diciassettesimo secolo, un data troppo “recente” per l’origine del gin.
La seconda opzione, ovvero la distillazione del gin da parte di monaci italiani di stanza presso la Scuola Medica Salernitana intorno all’undicesimo secolo, è la più credibile. I monaci di diversi ordini sono conosciuti da tempo per le loro abilità in quest’ambito, quindi non è assurdo supporre che siano stati proprio loro a realizzare i primi gin avvalendosi del proprio orto botanico.
Perché il ginepro?
Perché scegliere proprio le bacche di ginepro come ingrediente principale? Si tratta di una domanda dalla risposta molto semplice: da sempre queste sono considerate diuretiche e in grado di combattere infezioni di varia natura. Basti pensare che durante il periodo di massima diffusione della peste, i medici erano soliti riempire le proprie maschere di bacche di ginepro. Creare un tonico alcolico avrebbe permesso di mantenere nel tempo le caratteristiche benefiche della pianta. Questa potrebbe essere la motivazione che ha spinto (i monaci?) a produrre il gin.
Il nome del gin viene dal latino juniperus (ginepro, appunto), termine dal quale sono nate le sue diverse definizioni (genever in inglese, jenever in olandese, genièvre in francese e così via). La sua diffusione raggiunse la massima espressione all’inizio del diciassettesimo secolo, quando in Inghilterra ne venne permessa la produzione anche senza licenza, rendendola la bevanda più consumata dalla popolazione proprio per il suo basso prezzo e ampia disponibilità. È a partire da questo momento che il gin acquista una sua identità e si configura come distillato specifico.
Come si beve il gin?
Il gin è un ingrediente spesso utilizzato nella realizzazione di cocktail ma, se bevuto da solo, può essere servito proprio come gli altri alcolici: liscio oppure on the rocks. Non esistono rituali o tecniche specifiche, si può sorseggiare freddo o a temperatura ambiente, quindi non dovrai tenere a mente complesse regole sociali per consumarne un bel bicchiere in compagnia dei tuoi amici.
Per quanto riguarda il bicchiere, molto dipende dalla modalità di consumo, quando viene mescolato con altre bevande può essere versato in bicchieri da cocktail di forme differenti, dagli highball all’old fashioned. Quando si beve da solo invece si preferisce solitamente il tumbler basso. Interessante notare come la tradizione spagnola veda il balloon come bicchiere preferito per servire cocktail a base di gin (in contrasto con l’highball utilizzato in altri paesi).
I migliori cocktail a base di gin
La mixologia si è davvero sbizzarrita con il gin, utilizzandolo come base per una moltitudine di cocktail, tanto da renderlo un vero e proprio Graal. I cocktail con gin sono numerosissimi e oltre ai grandi classici ne nascono sempre di nuovi (anche se non tutti particolarmente ottimi, questo bisogna sottolinearlo!). In questa sezione voglio mostrarti alcuni dei più popolari e come realizzarli al meglio.
Gin Tonic
Il primo, che deve essere citato assolutamente, è il Gin Tonic, cocktail popolare negli ambienti parigini della seconda metà del ‘900. Prevede due semplici ingredienti per la sua preparazione, ovvero gin e acqua tonica. Il rapporto non è mai preciso, tuttavia le ricette ufficiali parlano di 1 parte di gin e 2 parti di acqua tonica (5 e 10 cl). Prepara un tumbler alto, oppure un highball, con ghiaccio a cubetti all’interno. Versa quindi gin e acqua tonica freddi, mescola brevemente e poi decora il bicchiere con una scorza di limone: ora il Gin Tonic è pronto da servire.
Negroni
Passiamo poi al Negroni, un caposaldo della mixologia italiana, divenuto popolare in tutto il mondo dopo la sua creazione a Firenze nel 1919. La ricetta originale IBA, per tutti i puristi, prevede 30 ml di gin, 30 ml di bitter Campari e 30 ml di Vermouth rosso. Tutti gli ingredienti devono essere versati in un bicchiere di tipo old fashioned preventivamente riempito con ghiaccio. Si mescola poi leggermente e si decora il bicchiere con una mezza fetta d’arancia.
Gin Sling
Se ti vuoi allontanare dalla tradizione e preferisci provare qualcosa di più alternativo, ti consiglio il Gin Sling. Un cocktail elegante che prevede 50 ml di gin, 20 ml di succo di limone, 15 ml di sciroppo di glucosio, qualche goccia di bitter Angostura e infine per concludere acqua tonica. Per la preparazione versa in uno shaker del ghiaccio, il gin, il succo di limone, il bitter e lo sciroppo di glucosio, shakerando energicamente per una ventina di secondi. Poi filtra il tutto in un bicchiere highball con ghiaccio, aggiungendo l’acqua tonica per completare. Puoi infine decorare con un rametto di rosmarino per dare colore.
Conclusioni
Spero che leggere la storia del gin e tutto ciò che ha a che vedere con questo distillato abbia risvegliato il tuo interesse nella bevanda. Non si tratta di un ingrediente sottovalutato, anzi, è generalmente molto apprezzato. Sono sicuro che ora avrai qualche asso nella manica in più da condividere con i tuoi amici al prossimo aperitivo e potrai spiegargli come scegliere il miglior gin. Per qualsiasi domanda o chiarimento, la redazione è disponibile a rispondere a qualsiasi quesito: non esitare a contattarci!